La fotografia ci fa scoprire ciò che in realtà non possiamo vedere, ascoltare ciò che i nostri occhi vedono, permettendoci così di “guardare” le cose del mondo che ci circondano, le persone che lo abitano insieme a noi.
Perciò al centro dell’attenzione del fotografo, oggi più che mai, non dovrebbe più esserci soltanto l’estetica dell’immagine, quanto piuttosto il significato dell’immagine, il suo valore etico, il contributo che essa può dare alla conservazione della specie o dell’ambiente riprodotto.
Il progetto fotografico “sponte plantis” nasce da molto lontano. Sin da ragazzino, Rocco Casaluci si soffermava ad ammirare la particolare bellezza che racchiudeva la corolla di un fiore oppure l’interno di un frutto, così la sua mente elaborava mondi fantastici e creava mappe per viaggi da esplorare con occhi e cuore pieni di meraviglia.
Da allora, ogni mattina esce per passeggiare e osservo quanta biodiversità si possa trovare sul ciglio di una vecchia stradina di campagna; proprio questo allenamento all' osservazione gli ha dato lo stimolo per dare vita al progetto "sponte plantis", fotografando splendide “erbacce” come fossero veri e propri ritratti umani. Queste semplici piante spontanee, vera ricchezza di un territorio oramai al collasso, rappresentano per lui la metafora del bello. "Il bello è proprio nelle sterpaglie", si è detto, e così per circa sei mesi ha fotografato quasi tutti i giorni una pianta diversa.
La flora spontanea del Salento annovera circa 1300 specie di piante, in tutta Italia se ne contano circa 6000: questo significa che un quarto dell’intera flora italiana vive nel Salento. Rallentiamo allora, fermiamoci. E guardiamo.