Il suonare è gestuale! Tralasciando la costruzione addentrando nella profondità del singolo gesto fino a perdita del significato. Il compositore svanisce. L’immagine percepita è guida. Impulsi causati da armonie casuali d’una mano che non sa. Perdere il significato del gesto entrando nel vissuto, sempre più lontano.
Smarrisce il pensiero costruttivo. Muore. Compaiono oggetti dalla vita. Acqua, tanta. Ombre di sé. Nuotando nella terra verso il fulcro. Spallate. Canto delle viscere, melodico. Lite tra i diversi me. Volumi d’acqua versate con forza sul pavimento. Suono con le braccia, palmi, gomiti, strofino verso…, punteggio lungo la tastiera, busso, unghieggio. Rami secchi e storti di vigne cantano nello spezzarsi lento. Schizzo con le braccia ai lati acqua che scavo d’avanti a me. Strofino il mantice, raffiche taglienti. Architetture progettate all’istante, millesimi di strutture, palmo caldo raccoglie tasti. Gestazione. Lume di vissuto nel liquido amniotico. Geometriche emozioni. Lunghe gallerie di suono scavato dal buio.
Ho avuto il forte bisogno di tornare nel mio più profondo sentire in un tempo di solitudine. La solitudine in me ha fatto l’effetto d’un bambino che si vede solo in casa e va ad esplorare, veramente. Il bambino è il non pensare, non costruire forme o strutture ma un suonare completamente gestuale ad occhi chiusi per non vedere fuori. La casa sono io, il me profondo che sente il corpo. Un ritorno nella mia profonda origine fisica (Albania) e viscerale (mio corpo) – questo è Regression - opera divisa in tre volumi.